NARRAZIONI
Nella letteratura
"..Nella cucina accese il fuoco, come faceva sempre per avere compagnia. Non
era freddo, ma avere un po’ di fiamma diventa buona cosa per uno che vive da
solo. Lassù, nella casa-castello, l’uomo stava sempre solo. Se tiriamo via
qualche visita di Fiorina o qualcuno di passaggio, Felice stava volentieri da
solo, gli piaceva vivere in solitudine pensando alle sue fortune.
Il fuoco cominciò a cantare la sua vecchia canzone di fiamma, scoppi, scricchiolii, sbuffi. L’uomo si buttò sulla panca a guardare quelle fiamme che cantavano e soffiavano. Si era dimenticato di carrucola e fil di ferro, ma di lì a poco sarebbero tornati. A un certo punto il fuoco cigolò come una porta arrugginita sui cardini e dalle fiamme spuntò qualcosa. Era una falce quasi consumata, rossa come le braci per il gran calore. Felice non ricordava di aver buttato una falce sul fuoco.
“Forse” pensò “era tra le frasche da accendere, ne ho preso un fascio grande e non mi sono accorto.”
Pigliò la falce con le molle, la mise nel secchiaio e ci buttò una secchia di acqua fredda. si levò il fumo bianco di quando il fabbro tempra l'acciaio..."
Il fuoco cominciò a cantare la sua vecchia canzone di fiamma, scoppi, scricchiolii, sbuffi. L’uomo si buttò sulla panca a guardare quelle fiamme che cantavano e soffiavano. Si era dimenticato di carrucola e fil di ferro, ma di lì a poco sarebbero tornati. A un certo punto il fuoco cigolò come una porta arrugginita sui cardini e dalle fiamme spuntò qualcosa. Era una falce quasi consumata, rossa come le braci per il gran calore. Felice non ricordava di aver buttato una falce sul fuoco.
“Forse” pensò “era tra le frasche da accendere, ne ho preso un fascio grande e non mi sono accorto.”
Pigliò la falce con le molle, la mise nel secchiaio e ci buttò una secchia di acqua fredda. si levò il fumo bianco di quando il fabbro tempra l'acciaio..."
Da "Storia di neve", Mauro Corona - Mondadori, 2008
Pagg. 721-722
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